lunedì 1 febbraio 2010

I Marchigiani ed il Turismo: la strana coppia

Accogliendo il gentile quanto perentorio invito del nostro docente, proviamo a mettere insieme qualche spunto di riflessione sull'approccio al turismo della gente delle Marche.

Diciamo già da subito che il turismo noi Marchigiani non è che ce l'abbiamo proprio nel sangue! Siamo un popolo per cui il lavoro, l'economia, la nostra vita sono legati alla produzione di qualcosa di concreto: scarpe per camminare, letti per dormire, i prodotti della terra per mangiare.

Ed il turismo? Certo le Marche sono sempre state terra di passaggio, terra accogliente per marinai, commercianti e pellegrini... eppure Il turismo resta qualcosa di relativamente "nuovo", di estraneo alla nostra cultura. Qualcosa che interpretiamo con gli schemi legati alla produzione di beni materiali e non ad un ottica di produzione di servizi.

Cosa fa il Marchigiano che si butta nel turismo? Parte in quarta dal prodotto ed apre una struttura ricettiva a gestione familiare, cercando di costruire qualcosa di bello o di funzionale, senza guardare troppo al mercato.

E come la commercializza? Restando il più distante possibile dagli intermediari. Ho provato a parlare con alcuni gestori di agriturismi della zona del Conero, una delle zone delle Marche a più forte "vocazione" turistica. Sebbene la quasi totalità dei gestori distribuisca la sua struttura sul web, la stragrande maggioranza lo fa solo tramite il suo sito internet, spesso prodotto e gestito autonomamente. Molti hanno sì iscritto la loro struttura in qualche portale e motore di ricerca... ma solo quelli gratuiti, quelli che non chiedono commissioni, "Ho un bel prodotto e tanto la gente viene lo stesso, perché dovrei pagare?!".

E' una strategia che ha una sua coerenza e con i suoi punti di forza (l'amore per la propria creatura in primo luogo)... ma siamo sicuri che possa reggere all'aumentare della concorrenza intra-regionale e inter-nazionale?

1 commento:

  1. Giusto, Federico. E' una strategia che ha una sua coerenza.
    Il trade-off tra rendita di posizione e innovazione, nel turismo è molto evidente: fin tanto che la prima sarà forte e consentirà ingenti guadagni, la seconda sarà scarsa e poco stimolata.
    In altri settori dell'economia, come nella produzione di beni ad alto contenuto tecnologico, non è data questa possibilità: chi non tenta continuamente di abbattere la frontiera delle possiblità tecnologiche, rischia di finire presto fuori dal mercato.
    L'aumento della concorrenza nel settore turistico avrà presumibilmente un ruolo nel ridurre le rendite; una strategia basata sul fare come si è sempre fatto senza sforzarsi di guardare intorno mostrerà i suoi limiti quando le rendite e i profitti si ridimensioneranno tanto da divenire insoddisfacenti, o quando la voglia di cambiamento scuoterà gli animi degli operatori turistici (marchigiani).
    Speriamo che il secondo dei due eventi anteceda il primo.

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