mercoledì 6 luglio 2011

Il Caciofiore dei Sibillini: un illustre sconosciuto che riafferma la sua nobiltà ( dal mio articolo pubblicato su Why Marche di Giugno )

Un buon formaggio è figlio di pascoli buoni e acque incontaminate. E quale miglior palcoscenico allora se non i pascoli dei Monti Sibillini per vedere espressa al meglio l'arte casearia nella nostra regione?
Nell'alto maceratese nel piccolo borgo medievale di Gualdo si è svolta la quindicesima edizione di Formaggi d'Autore , famosa mostra mercato casearia che racchiude i migliori produttori nazionali di formaggio.

La manifestazione è la scena ideale dove realtà che occupano un posto d'onore nelle nostre tavole possono avere il proprio giusto riconoscimento. Qui lo scorso anno è stato lanciato un progetto della Provincia di Macerata che ha lo scopo di valorizzare un prodotto marchigiano tradizionale ma poco conosciuto: il Caciofiore dei Sibillini, antico pecorino a pasta tenera.
Questo piccolo tesoro è stato riscoperto dopo 50 anni e prende il suo nome dalle parole “Cascina” - dove i pastori producevano il formaggio - e “fiore” per via del caglio vegetale prodotto con un tipo un fiore che cresce sui questi monti : la “Cynara cardunculus”, un cardo selvatico che cresce spontaneamente sui Monti Sibillini.
L’usanza di utilizzare estratti di piante per cagliare il latte risale al tempo dei Romani e fu ripresa dai pastori dei Sibillini che producevano formaggio a partire da ciò che la natura metteva loro a disposizione: latte di pecora e fiori di carciofo selvatico . Ad Ussita e un po’ in tutto il comprensorio montano dell’alto maceratese, dove erano presenti allevamenti di pecore della razza “Sopravvissana”, i più anziani ancora ricordano il “Caciofiore dei Sibillini”.
La riscoperta dei prodotti tradizionali e l'interesse crescente per i formaggi prodotti con caglio vegetale, anche da parte dei consumatori vegetariani, hanno spinto l’Assessorato all’Agricoltura della Provincia di Macerata a contribuire alla ripresa della produzione con l'edizione di una disciplinare di produzione per salvaguardare l’originalità che contraddistingue la complessa tecnica di lavorazione, nel pieno rispetto dell’esclusiva ricetta tradizionale.
I veri eroi della riscoperta di questa delizia però sono due caseifici artigianali: Di Pietrantonio di Belforte del Chienti e l’Azienda Biozootecnica Angeli di Pieve Torina.
Il signor Giovanni Angeli proprietario dell'omonima azienda ci tramanda una frase che gli disse un vecchio pastore parlandogli proprio del Caciofiore : “ Figliu , sai che nui tanti anni fà faceamo qui un formaggio che uno della città na orda me disse che questu pare lu cacio delli dei, tutte le orde che lo magno pare che me da forza!” .
Oltre che per l’intrinseca specificità della cagliata, questo cacio è famoso anche per l’originalità che contraddistingue la complessa tecnica di lavorazione, che rispetta l'esclusiva ricetta tradizionale di questo prodotto meraviglioso .
Il Caciofiore era scomparso perché richiedeva molti giorni per la preparazione del caglio . Infatti i fiori utilizzati per la cagliata vengono essiccati e poi messi in infusioni con “puro aceto di vino “(vino rozzo, così come è fatto dai produttori di vino ) proveniente da puro aceto della botte madre . Inoltre comportava particolari cure durante la lavorazione.
Il Signor Angeli ci racconta : “ Il Mastro Caciaro , custode della tradizione, per quanto riguarda la nostra azienda è mio fratello che ha 29 anni. Ha alle sue spalle tre generazioni di mastri caciari: prima di lui mia madre, mia nonna e la mia bisnonna, si dedicavano a questa magnifica arte. Le mie antenate erano dedite alla trasformazione del formaggio proprio dal latte durante la transumanza. Dovevano essere particolarmente attente al momento della rottura della cagliata e poi della premitura rigorosamente manuale delle forme e nella salagione”.
Questo storico formaggio a pasta tenera realizzato con il latte appena munto di pecore di razza sopravissana viene prodotto solo nei 3-4 mesi di fioritura del cardo fresco, particolare che lo rende di non facile produzione.
La Provincia di Macerata ha voluto testare rigorosamente il prodotto recuperato tramite la definizione di una scheda sensoriale realizzata dal Centro di Analisi Sensoriale di Matelica, attraverso la quale vengano espresse la peculiarità del Caciofiore. Il profilo e l’unicità delle caratteristiche sensoriali di questo formaggio rendono indissolubile il suo legame con il territorio.
Conviene consumare un Caciofiore fresco anziché stagionato, poiché con un breve affinamento si possono percepire al massimo le caratteristiche di questo formaggio, che sono una grande freschezza a livello gustativo con sentori di erba fresca e cagliata e un piacevole retrogusto amaricante, peculiarità derivante dall’utilizzo del caglio vegetale .
“La particolarità del nostro Caciofiore rispetto altri tipi di Caciofiori - tiene a precisare il Sig . Angeli – è che il nostro deve essere mangiato entro i primi 15-25gg di vita proprio perché è un formaggio fresco e molle. Inoltre, l'uscita del nostro formaggio avviene in contemporanea sia nel negozio all’interno dell’ azienda sia in tutti gli altri punti vendita di Ancona, Urbino, Civitanova , Recanati, Porto Recanati , Porto Potenza Picena e Numana il che fa si che nel momento cruciale sia presente quasi su tutto il territorio delle Marche”.
A volte scavando nella storia , si possono ritrovare veri e propri tesori: bentornato al Caciofiore dei Monti Sibillini, riportato alla luce dopo mezzo secolo più fresco e giovane di prima!

di Giampaolo Egizii

martedì 2 febbraio 2010

turistiamo sto blog!!

Aspettando un degno colore per il sito, invio uno spassionato "in bocca al lupo" a Vanessa che sta lavorando per tutti noi autori del blog!
Daje che presto o tardi cliccheremo su sto tasto "GUADAGNA"....e guadagneremo.

lunedì 1 febbraio 2010

un Precursore di nome scacchi...alla faccia di Don Perignon

Il medico fabrianese Francesco Scacchi (1577-1656) scrisse nel 1622 un prezioso volume di 235 pagine dal titolo "De salubri potu dissertatio" traducibile con "Dissertazione sul bere salutare" . Fin qui niente di strano , direte voi ma l'eccezionalità sta nel significato dell'opera dell' enologo di Fabriano che è indicato come il "precursore del metodo champenoise", per la produzione dello spumante, visto che ha preceduto il celebre monaco benedettino francese Dom Perignon di ben quarantasei anni!!! Tutto questo mette in discussione il primato francese della paternità della preziosa bevanda con le bollicine . il medico Scacchi considerava nocivo l'uso del vino frizzante contrapponendosi ad altri suoi contemporanei come il bolognese Baldassarre Pisanelli. Nel volume del fabrianese, a pagina 224 al capitolo XXI intitolato "An vinum titillans, vulgo piccans nuncupatum, sanitati sit utile" tradotto "Se il vino frizzante, chiamato volgarmente piccante, sia utile alla salute", si trovano interessanti notizie di carattere enologico sulle modalità di preparazione dei vini frizzanti e del loro consumo che rendono particolarmente utile quest'opera come riferimento bibliografico di fonti per la storia dei vini frizzanti anticipatori dei moderni spumanti. Poche sono le notizie biografiche accreditate per Francesco Scacchi. Sembra essere certo comunque che nacque a Fabriano nel 1577, uno dei tredici figli di Durante Scacchi (1540-1620), quest'ultimo nato a Preci (PG) ma naturalizzato fabrianese nel 1568, noto chirurgo della scuola medica preciana. Igienista piuttosto che medico, Francesco Scacchi scrisse il suo libro dedicandolo al Cardinale Ottavio Bandini (1558-1629) legato alla storia della città di Matelica in veste di governatore di Macerata nel 1618. Un primato tutto marchigiano , alla faccia dei francesi..

Domenica pomeriggio

Ieri pomeriggio ho preso l'auto e mi sono lasciata trasportare......senza meta volevo vedere "la neve"........indovinate un pò dove sono finita ?!?! ..all'uscita di Serra SanQuirico , comincio a salire in alto in cerca dei i castelli di Serra : Sasso, Castellaro Rotorscio e Domo .
Che dire un paesaggio bellissimo abbellito dalla neve, una vista che spazia dalle montagne sino al mare siamo in alto di fronte a noi c'è il Monte Murano (peccato che non avevo la macchina fotografica).Luogo incantevole ideale per passeggiate gite in moto, pic-nic peccato solo che a parte qualche Agriturismo sembra di essere fuori dal mondo ( io ho rischiato di perdermi non incontrando nessuno, infatti ho sbagliato anche strada ). Nelle Marche ci sono tanti Paesini, Borghi , Abbazie Chiese Castelli da scoprire ma che sono in stato di totale abbandono, bisogna risvegliare e sensibilizzare "le menti "per evitare situazioni in cui anche il bar "anima" di un Paese resti chiuso, come possiamo fare?!

IL TURISMO SIAMO NOI....

Parlare di Turismo non è molto facile...eppure se ognuno di noi ci pensa un pò su..basta pensare al ruolo che ricopriamo ogni giorno....in fondo siamo tutti quanti dei viaggiatori, turisti, escursionisti, gastronauti,ecc...dato che la vita fondamentalmente è un viaggio, anzi, forse è il migliore, dato che neanche si paga!!!
Comunque, a parte le "frasi fatte"...una delle cose che ho imparato, scegliendo questo settore (nel mio percorso di studi) è che, riuscire a creare una sinergia,un legame,un rapporto tra il turista ed il luogo che visita, è l'impresa più ardua per una persona che lavora nel settore turistico.
Ho sempre pensato (e ancora lo penso) che la Regione Marche sia un luogo unico, vivibile, straordinariamente equilibrato e con un potenziale a livello "attrattivo" incredibile.
Ho capito,però, che manca qualcosa in questa Regione.....la collaborazione!!!
Molta gente che cerca di restare nel "suo orticello", che critica il lavoro degli altri (anche se è fatto per promuovere la Regione), che pone barriere per coloro che portano idee nuove.
Quello che manca a questa Regione, è la cosiddetta "libertà di idee creative" e la mancanza di fiducia nelle cose nuove.
Tutte le nuove idee, quando vengono presentate, sembrano sempre le più "stravaganti"...solo dopo che "funzionano", vengono considerate "brillanti"!!!
Per concludere (altrimenti vi tedio), spero solo che un giorno il vento cambi, e che sia un vento nuovo, che porti spirito di collaborazione, fiducia e novità...il cosiddetto "vento di genialità" (così come lo chiamo io).
Per tutto il resto (si...c'è anche mastercard!!:-)) , però, voglio solo dire, che sto frequentando questo corso soprattutto per questo scopo (oltre ad ampliare le mie conoscenze); e spero tanto di trovarmi, tra un pò di anni, con un lavoro (ovviamente), a poter parlare delle Marche come una delle Regioni più creative e conosciute dell'Italia.
Ovviamente, concludo, facendo un grande IN BOCCA AL LUPO a tutti i miei "amici" di corso (grandi persone tra l'altro) per lo stage!!!
Ci si vede a lezione!!!;-)...See ya!!!!

marche innevate

La nostra regione innevata...verrebbero delle foto meravigliose...

Curiosità sulle Marche

Lo sapete che le Marche sono la regione con il più alto numero di dialetti.
Molti linguisti stanno studiando questo fenomeno, provate a fare un giretto sui confini delle provincie e non solo, addirittura gli accenti cambiano da comune a comune.
Andate a Corinaldo sia per la bellezza del paese che per la simpatia della gente e ascoltateli.

Passate per Ostra Vetere, Barbara, Serra de' Conti e Arcevia, sono dei paesini meravigliosi. Iniziate a parlare con la gente, soprattutto con i signori in pensione che discutono tra di loro seduti su una panchina in piazza...ascoltateli...

Provare per credere, cè una differenza di dialetto abbastanza evidente e poi se per voi l'aspetto linguistico e fonetico non è importante, cogliete l'occasione per visitare questi luoghi e assaggiare la loro cucina...ne vale veramente la pena.